Diego Cassina e Marco Frignati hanno il piacere di presentare ‘A Foundation for Exchange’ una personale di Tim Ellis, artista inglese dell’ultimissima generazione.
La mostra, curata da Rita Selvaggio, avvicina e giustappone una collezione di oggetti culturalmente diversi tra loro e ne interpella sia il loro valore formale che la loro finalità originale forzando lo sguardo a interrogarsi su questioni relative alle nozioni di funzionalità, autorialità e display.
Il percorso espositivo risponde a una necessità e a un’idea di appartenenza che si manifesta attraverso la produzione e il consumo di manufatti culturali, questi ultimi risultano visivamente corrotti e trasformati proprio nelle loro qualità formative e utilitarie.
Ogni cultura ha principalmente il proprio e distinto scenario di valori e credenze che poi trasferisce agli oggetti che la sostentano e la circondano. Questo passaggio manifesta in se stesso non solo la produzione e il consumo di artefatti ma anche il pensiero e i valori del suo ideatore, del curatore/mediatore come quelli del fruitore. Attraverso il mercato, le strategie di commercializzazione e lo scambio economico, le finalità e gli obiettivi culturali vengono riassorbiti da altre forme: manufatti e immagini si trasformano da potenti forme di comunicazione a oggetti di maniera ed estetismo. Ma non appena un originale viene assimilato e assorbito, una sua copia fa ingresso sulla scena generando un nuovo set di valori, appropriandosi a sua volta di una sua storia secondaria.
L’operazione di Tim Ellis si concentra sulla coesistenza sia dell’originale che della sua copia e la sua tensione si focalizza su quella congiuntura in bilico perenne tra il fatto e l’oggetto storico, tra la sua fabbricazione e la sua diffusione. Ne scaturisce un lavoro che denuncia una forma di impegno relativa alla nozione di artefatto e a quella di artificio, al principio di creatività e di serialità.
Lo stesso tipo di discorso vale per la serie pittorica, numerata progressivamente e raccolta tutta sotto lo stesso titolo di ‘United in Different Guises’. Proponendo una doppia funzione, sia di ruolo rappresentativo che comunicativo, all’origine di questo immaginario c’è una volontaria fusione di segnaletica e di design, una strategia visiva che viene poi ricomposta e codificata sotto un’apparenza più genericamente simbolica. La dimensione e la loro qualità mimica rende questi singoli momenti molto simili a delle bandiere o, meglio ancora, a degli stendardi, a delle ‘banners’ come lo stesso artista le definisce. Attraverso espedienti tecnici quali la piegatura del supporto, la graffiatura e il progressivo e graduale invecchiamento della superficie e del colore, la pittura stessa si trasforma in un avvicendamento di enunciati funzionali. Ciò che viene concesso allo sguardo è alla fine un oggetto che mette in discussione le nozioni di simbolismo e autenticità permettendo che l’immagine finale vada oltre i confini della pittura stessa.
Tim Ellis (Chester, 1981) vive e lavora a Londra dove ha appena terminato un MA alla Royal Academy. E’ tra gli artisti di ‘Newspeak ‘ New British Art prossimamente alla Saatchi Gallery. Tra le sue mostre principali si ricordano:
‘TAG 3 -36 New London Painting’, Brown Gallery Londra (2010), ‘New Sensation’ The A Foundation Londra (2009). ‘Falling From an Apple Tree by Mistake‘ Wilde Gallery, Berlino (2008). ‘Half cut for confidence’ Independents, Liverpool Biennial (2006) ‘The Jerwood Drawing Prize’ The Jerwood Space Londra e tour (2005) ‘Bracket This’ Independents, Liverpool Biennial (2004) ‘Hayvend Laboratories’ Manchester Cornerhouse, Baltic Centre for Contemporary Art, Newcastle upon Tyne, Arnolfini Gallery Bristol, ICA (Institute of Contemporary Arts) Londra, Hayward Gallery Londra, Whitechapel Gallery Londra (2004)